Lo scrittore e filosofo francese Michel Eyquem de
Montaigne, disse una volta: “la parola
appartiene per metà a chi la pronuncia e per metà a chi l’ascolta”. La sua
riflessione non potrebbe essere più certa, quando lanciamo un messaggio verso
un uditorio, non sempre questo contiene ciò che desideriamo trasmettere o
addirittura, va ben oltre ciò che desideravamo mostrare.
chi fa politica ed è parte dell’apparato di potere, conosce molto bene il
potere della parola e, soprattutto, il potere dei media. Sa perfettamente che
non sempre si vince nascondendo i fatti ma piuttosto riportandoli nella forma
più “adeguata”.
università dell’Indiana e della California, risalta l’importanza delle parole e
quanto può variare la percezione delle stesse grazie alla sostituzione di un
tempo verbale con l’altro. Prendetevi un minuto per leggere e riflettere su
queste due frasi:
un politico di alto livello. L’anno scorso difese i diritti civili e stava
falsificando la sua nota spese.”
un politico di alto livello. L’anno scorso difese i diritti civili e falsificò
la sua nota spese.”
positiva di Timmy Tucker? I ricercatori affermano che la prima versione è più
dannosa per la sua reputazione e potrebbe influire negativamente sulla sua
candidatura alle prossime elezioni.
imperfetto (stava falsificando) evidenzia le opinioni negative, rispetto allo
stesso verbo al passato perfetto (falsificò).
quattro gruppi, ad ognuno di quali venne data la versione della descrizione di
un politico che pianificava di presentarsi alle prossime elezioni.
Curiosamente, le persone che lessero la versione nella quale si descriveva che
l’anno precedente questo politico “stava rubando denaro” si sentirono più certe
che questi avrebbe perso le elezioni. Questo non accadde per quelli che lessero
la stessa storia espressa con il verbo al passato perfetto.
tempi verbali non evidenziarono opinioni distinte quando si trattava di fare
delle rassegne positive. Insomma: il tempo del verbo influirebbe sulle nostre
opinioni solo quando leggiamo una notizia negativa.
altro studio afferma che molte persone votano in maniera totalmente casuale (o
per essere più precisi, spinti da fattori che esulano dal nostro controllo
cosciente).
parola e lo studio si centrava nel valutare quali fossero le motivazioni che spingevano
le persone a votare. In un questionario si chiedeva: “Quanto è importante il tuo voto alle prossime elezioni?” Mentre in
un altro questionario si chiedeva lo stesso ma in modo diverso: “Quanto è importante che tu sia tra i votanti
alle prossime elezioni?”
parteciparono agli esperimenti riferirono di sentirsi molto coinvolti e
interessati alle prossime elezioni. Così si sperava che non vi fossero
differenze significative nelle loro risposte. Tuttavia, si è riscontrato che chi
rispondeva all’ultima domanda dava risposte che mostravano come si sentiva
maggiormente coinvolto nel processo elettorale. Ovviamente, questo modo di porre
la domanda contiene un tono molto più personalizzato.
563-574.
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