Quante volte ci siamo concentrati
così profondamente su di un tema da terminare completamente esausti? Quando
arriva lo sfinimento diventa particolarmente difficile concentrare e mantenere
l’attenzione nell’attività che stavamo realizzando e portarla a termine.
Tuttavia, siamo obbligati a terminare il progetto, e allora…come possiamo migliorare l’attenzione?
Una delle strategie comuni che ci
proviene dalla saggezza popolare ci indica che dovremmo tentare di eliminare
dalla nostra mente tutte le idee estranee al progetto stesso e dedicarci
interamente allo stesso. Ad ogni modo, ora la scienza psicologica moderna
rifiuta questa idea e afferma che prenderci una pausa per riposarci potrebbe
rappresentare l’opzione perfetta per migliorare la nostra attenzione.
proviene dalla saggezza popolare ci indica che dovremmo tentare di eliminare
dalla nostra mente tutte le idee estranee al progetto stesso e dedicarci
interamente allo stesso. Ad ogni modo, ora la scienza psicologica moderna
rifiuta questa idea e afferma che prenderci una pausa per riposarci potrebbe
rappresentare l’opzione perfetta per migliorare la nostra attenzione.
Alejandro Lleras, professore
presso l’Università dell’Illinois, ci offre una approssimazione totalmente
diversa a questo fenomeno, affermando che fino ad ora l’attenzione era stata
concepita come una risorsa limitata che va in esaurimento. Tuttavia, secondo la
sua teoria in realtà l’attenzione non si esaurisce, ma piuttosto siamo noi che
smettiamo di prestare attenzione all’attività che stiamo realizzando. La
differenza tra un’idea e l’altra può sembrare sottile ma è importante, dato che
non si tratterebbe di affrontare un problema di esaurimento dell’attenzione ma
piuttosto che la nostra attenzione si distrae per andare a concentrarsi su
altri temi.
presso l’Università dell’Illinois, ci offre una approssimazione totalmente
diversa a questo fenomeno, affermando che fino ad ora l’attenzione era stata
concepita come una risorsa limitata che va in esaurimento. Tuttavia, secondo la
sua teoria in realtà l’attenzione non si esaurisce, ma piuttosto siamo noi che
smettiamo di prestare attenzione all’attività che stiamo realizzando. La
differenza tra un’idea e l’altra può sembrare sottile ma è importante, dato che
non si tratterebbe di affrontare un problema di esaurimento dell’attenzione ma
piuttosto che la nostra attenzione si distrae per andare a concentrarsi su
altri temi.
Un fenomeno simile accade con la
percezione sensoriale; il nostro cervello smette gradualmente di registrare i
suoni o gli stimoli che ci giungono continuamente dall’ambiente circostante.
Per esempio, la maggioranza delle persone, in un ambiente molto rumoroso, non
percepisce il rumore prodotto dallo sfregamento dei loro vestiti sul corpo,
perché questa non è una sensazione nuova e importante. Secondo Lleras, il
nostro corpo si abituerebbe allo stimolo e questo così smetterebbe di essere
significativo per il nostro cervello.
percezione sensoriale; il nostro cervello smette gradualmente di registrare i
suoni o gli stimoli che ci giungono continuamente dall’ambiente circostante.
Per esempio, la maggioranza delle persone, in un ambiente molto rumoroso, non
percepisce il rumore prodotto dallo sfregamento dei loro vestiti sul corpo,
perché questa non è una sensazione nuova e importante. Secondo Lleras, il
nostro corpo si abituerebbe allo stimolo e questo così smetterebbe di essere
significativo per il nostro cervello.
Alcuni esperimenti condotti da
Lleras hanno esplorato i limiti della percezione visiva attraverso il tempo,
dimostrando che quando lo stimolo è costante, giunge il momento nel quale il
nostro cervello lo registra come ininfluente ed è precisamente a questo punto
dove diminuisce l’attenzione ed il resto delle risorse cognitive.
Lleras hanno esplorato i limiti della percezione visiva attraverso il tempo,
dimostrando che quando lo stimolo è costante, giunge il momento nel quale il
nostro cervello lo registra come ininfluente ed è precisamente a questo punto
dove diminuisce l’attenzione ed il resto delle risorse cognitive.
In un nuovo studio relativo all’abilità
delle persone nel concentrarsi in una attività ripetitiva, gli 84 partecipanti
dovevano apprendere quattro numeri e identificarli quando questi apparivano
sullo schermo. Una attività che gli richiederebbe 50 minuti ininterrotti. Come
si poteva immaginare, nella stessa misura in cui il tempo passava, le persone
erano più lente, commettevano più errori e trovavano sempre più difficile
mantenere la loro attenzione. Ad ogni modo, quelli che si presero due pause per
riposarsi durante la prova, non manifestarono nessuna diminuzione dell’attenzione.
delle persone nel concentrarsi in una attività ripetitiva, gli 84 partecipanti
dovevano apprendere quattro numeri e identificarli quando questi apparivano
sullo schermo. Una attività che gli richiederebbe 50 minuti ininterrotti. Come
si poteva immaginare, nella stessa misura in cui il tempo passava, le persone
erano più lente, commettevano più errori e trovavano sempre più difficile
mantenere la loro attenzione. Ad ogni modo, quelli che si presero due pause per
riposarsi durante la prova, non manifestarono nessuna diminuzione dell’attenzione.
Questo studio riafferma l’idea
che il nostro cervello è particolarmente attivo nel percepire i cambiamenti e
che la disattivazione e la riattivazione degli obiettivi è un’idea geniale che
ci aiuta a mantenerci concentrati e a sostenere il ritmo di lavoro.
che il nostro cervello è particolarmente attivo nel percepire i cambiamenti e
che la disattivazione e la riattivazione degli obiettivi è un’idea geniale che
ci aiuta a mantenerci concentrati e a sostenere il ritmo di lavoro.
Se desiderate migliorare l’attenzione
le strategie sono molto semplici:
le strategie sono molto semplici:
– Fate una pausa per riposarvi
– Cambiate attività iniziando un
progetto totalmente diverso
progetto totalmente diverso
– Fate una passeggiata nella
natura
natura
Fonte:
Lleras, A. et. Al. (2008) Inter-trial inhibition of focused attention in
pop-out search. Perception & Psychophysics; 70:
114-131.
pop-out search. Perception & Psychophysics; 70:
114-131.
Lascia un commento