L’autocontrollo è uno dei valori più apprezzati. Normalmente
applaudiamo le persone che sanno disciplinarsi e possono controllare i propri
impulsi. Infatti, molti degli slogan che ci stanno attorno sono relativi all’autocontrollo:
“just say no” oppure “just do it”. Ma…è davvero possibile
che l’autocontrollo possa convertirsi in un ostacolo piuttosto che in una fonte
di felicità?
R. Sommers, ipotizzano che troppo autocontrollo possa risultare negativo e che
rinunciare ad esso non sempre avrebbe delle conseguenze nefaste. Ma come tutte
le ipotesi è necessario passare alla prova pratica per dimostrarlo, e così,
entrambi gli psicologi si lanciarono all’esplorazione della virtù dell’autocontrollo
nelle relazioni interpersonali.
le persone si preoccupavano troppo (a volte in modo esagerato) di non
utilizzare parole sbagliate in merito al colore della pelle all’interno di un
gruppo interrazziale. Così, questo eccesso di autocontrollo causerebbe tanto
malessere che alla fine verrebbe interpretato come una forma di disonestà e di
pregiudizio razziale. Per provare questa teoria gli psicologi minarono
deliberatamente il potere mentale dei volontari dell’esperimento. Come?
Semplicemente ogni persona venne messa di fronte a una serie di esercizi
mentali talmente pesanti che le loro riserve cognitive furono temporaneamente
messe fuori uso.
volontari non era ottimo, i ricercatori li misero di fronte ad una situazione sociale
nella quale era evidente una tensione razziale di un certo livello. Un’altro
gruppo dovette affrontare la stessa situazione ma al contrario del primo gruppo,
non passò nessun tipo di esercizio precedente alla prova, il che significava
che erano in condizione mentale ideale per esercitare autocontrollo. In totale,
all’esperimento presero parte 82 giovani in età media compresa tra i 18 ed i 23
anni.
Ogni persona doveva stare sola in una stanza, nella quale in seguito entrava
una persona di pelle nera, che chiedeva loro se permettevano di farsi
intervistare in merito a come l’università avrebbe dovuto garantire la
diversità razziale. Bene, forse la domanda non è relazionata con l’autocontrollo
ma è uno stratagemma dato che l’intervistatore chiedeva ai partecipanti che
condividessero qualsiasi idea che avessero in merito al tema.
in relazione a certi indicatori come: il grado di comfort, la noia o il piacere,
che avevano provato durante l’intervista. Inoltre, ognuno degli intervistatori
doveva anche dare la sua opinione in merito al soggetto intervistato, prestando
attenzione a quanto lo avevano percepito cauto o se avevano riscontrato dei pregiudizi
razziali.
stanche a livello mentale (e quindi con le risorse cognitive compromesse per
esercitare il corretto autocontrollo) provarono più piacere durante l’intervista
dato che dettero delle risposte più spontanee. Inoltre, gli intervistatori
riscontrarono che queste persone erano più autentiche e dirette, meno inibite e
con meno pregiudizi, essendo molto più simpatiche rispetto al gruppo di persone
che esercitarono l’autocontrollo.
esercitare il livello di autocontrollo al quale erano abituate, le relazioni
sociali migliorarono e vennero percepite come più soddisfacenti.
profondamente che è un vero sollievo lasciarci portare dai sentimenti e agire
in modo più naturale e disinibito.
S. R. (2009) Liberating Effects of Losing Executive Control. When Regulatory Strategies Turn Maladaptive. Psychological Science; 20( 2): 139-143.
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